Genova – «Il ricordo più bello che ho è anche il più recente: quest’estate ero in appostamento, e sono stato circondato da tre cuccioli che mi hanno giocato intorno per almeno mezz’ora. Vederli nel loro ambiente, ancora non “contaminati” dalla paura dell’uomo, è stato incredibile». Paolo Rossi ha 33 anni, e da quando ne aveva 18 va a caccia di lupi. Non con doppietta e trappole, però, ma con una macchina fotografica, per immortalarli nel loro habitat naturale e ritrarli per quello che sono: non spauracchi da libro delle favole, ma animali magnetici, affascinanti e schivi, da avvicinare «con rispetto, senza disturbarli».
Per sfatare miti e superstizioni negative sui lupi, Paolo ha partecipato a un incontro organizzato alla biblioteca Berio dal Circolo Culturale Proletario di Genova, in cui ha mostrato le fotografie del suo ultimo libro, “Lupi estremi”, insieme con alcuni video che ritraggono i lupi sui monti della Liguria, diventato ormai uno dei loro habitat: «Da quasi trent’anni il lupo è tornato in modo naturale nella nostra regione salendo dal centro Italia – spiega Rossi – e in Liguria sta colonizzando anche zone costiere grazie al fatto che molte sue prede come cinghiali e caprioli si sono spostati lungo la costa».
Le zone maggiormente battute da Rossi per la “caccia fotografica” ai lupi sono, ormai da una decina di anni, quelle «più selvagge e meno frequentate dall’uomo, o quelle che proprio l’uomo ha modificato in maniera sostanziale tagliando legna o facendo strade. Quindi i luoghi più selvaggi del Beigua, della val d’Aveto e della val Trebbia». Zone in cui Rossi ha trascorso ore, giorni in appostamento alla ricerca dello scatto perfetto: «La gavetta, per chi vuole fare il fotografo naturalista, è lunghissima, soprattutto se ci si concentra sui lupi. Bisogna imparare più cose di un ricercatore, non devi solo studiarne tracce e genetica, ma anche utilizzare metodi più simili a un cacciatore che a un biologo, come per esempio restare sottovento, cercare le tracce più fresche, restare perfettamente in caso di necessità. E ovviamente ci vuole un pizzico di fortuna».
Rossi è riuscito, nel corso degli anni, a scattare diverse foto di lupi e a trascorrere molto tempo in loro presenza. Ma proprio la presenza del lupo in zone abitate anche da allevatori ha causato non pochi problemi dal punto di vista del bestiame, alimentando ulteriormente la polemica sulla loro presenza in Liguria. Polemiche che Rossi, che abita sulle alture di Nervi e in estate va a Rovegno, proprio in val Trebbia, stronca sul nascere, sottolineando che «nel corso degli anni sono diventato amico di diversi allevatori che da quando utilizzano i recinti elettrici, uniti ai cani che proteggono le pecore dai lupi hanno praticamente azzerato i problemi. Spero quindi che chi sino a oggi ancora non ha preso queste precauzioni lo faccia: prima succederà, prima la convivenza sarà più semplice».
Andrea Barsanti
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