Il lato oscuro di Cipro

Sono passati dieci anni dalle foto che scattai nel 2013 ai “cacciatori di bracconieri” del COMMITTEE AGAINST BIRD SLAUGHTER (CABS) impegnati a Cipro:

1.

1 Un volontario trova una trappola dove è rimasto invischiato una maschio di capinera.

 2.

2 Verifica che le penne non abbiano subito danni, poiché l’obbiettivo primario è quello farlo tornare in libertà quanto prima.

 3.

3 Una volontaria utilizza la saliva per liberare le zampette dal vischio del “bastoncino – trappola”.

 4.

4 Un volontario ungherese di circa 80 kg sta per liberare (dalle reti dei bracconieri) un uccellino selvatico di circa 17 grammi, forse adesso, la sua epica migrazione può continuare.

Oggi purtroppo, quelli scatti sono ancora molto attuali perché la situazione “bracconaggio” sull’isola non è cambiata molto. Ogni primavera e autunno, nella parte greca dell’isola di Cipro, centinaia di migliaia di uccelli migratori vengono uccisi con fucili e con l’utilizzo di diversi tipi di trappole. L’isola rappresenta un importante corridoio migratorio, dove convergono molte specie che si riproducono in Europa e svernano in Africa, dai rapaci ai piccoli uccelli canori. Uccellini di pochi grammi di peso, impegnati nelle loro epiche migrazioni stagionali, fanno tappa sull’isola per rifocillarsi e riposarsi dopo chilometri e chilometri di volo ininterrotto sopra il mare aperto. Al loro arrivo sull’isola si trovano circondati da una moltitudine di richiami elettronici, che li attirano con l’inganno verso i siti illegali di cattura, dove trovano la morte nelle reti da uccellagione e sui bastoncini cosparsi di vischio. Le vittime preferite dai trappolatori sono le capinere e altri piccoli silvidi, componente principale di diversi piatti della tradizione cipriota. Rimangono però invischiati nelle trappole moltissime altre specie, come i barbagianni, le averle o i colorati gruccioni, che non rivestendo alcun interesse per i bracconieri vengono uccisi e gettati via.

Paolo Rossi

prossifoto@gmail.com

 

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